LA SUBACQUEA IN SICUREZZA.

Quasi tutti abbiamo iniziato ad andare in bicicletta da piccoli, la mano amorosa di un genitore o di un nonno ci ha sorretto nei primi goffi tentativi, ci ha evitato rovinose cadute, ha creato la fiducia in noi stessi così da consentirci di lanciarci nel mondo delle due ruote senza le iniziali paure.
Col passare degli anni siamo diventati degli utilizzatori del mezzo e siamo in grado di percorrere la strada normale senza paure od incidenti.
Il comune senso della prudenza ci aiuta ad evitare spiacevoli inconveniennti che possono causare anche gravi conseguenze, le nozioni apprese sono il bagaglio indispensabile, la prudenza il salvacondotto.
La subacquea non è più rischiosa del ciclismo, l’apprendimento di poche regole fondamentali, la prudenza, l’attrezzatura in ordine come i freni della bicicletta, ma soprattutto una seria preparazione di base che, come la mano che ci sorreggeva da bimbi ai prim goffi tentativi su due ruote, ci conduca passo passo verso una sicura pratica di immersione, sono requisiti indispensabili per formare un subacqueo conscio di quello che sta facendo, dei propri limiti e dei rischi da evitare.
Negli ultimi anni abbiamo constatato il nascere e moltiplicarsi di Didattiche specializzate nell’insegnamento delle varie attività subacquee, tutte valide e tutte dispensatrici di regole e nozioni serie e inconfutabili.
La scelta tra l’una e l’altra è dettata il più delle volte dall’effetto trascinamento, l’amico ha conseguito il brevetto con una Didattica e di conseguenza “trascina” nella stessa direzione.
Credo che nessuno possa esprimere giudizi di merito sulla validità di un insegnamento piuttosto che un altro, naturalmente in merito al bagaglio di nozioni che dovrebbero essere fornite agli allievi.
Il distinguo può e dovrebbe essere d’obbligo invece nei confronti degli Istruttori, in questo caso molto spesso si nota la differenza sia in termini di preparazione finale degli allievi sia in termini di capacità.
L’iter formativo non lascerebbe spazio a personalismi esasperati, le lezioni teoriche devono dare una base conoscitiva delle principali problematiche e dei metodi, le lezioni pratiche devono formare il neo subacqueo al punto di potergli garantire la tranquillità nell’affrontare da solo, una volta reciso il cordone ombelicale dell’istruttore, l’immersione con il proprio compagno.
Purtroppo sempre più spesso si sentono subacquei riferire di tempi di corso risibili ed inammissibili, di costi irrisori e per contro di acquisti di attrezzature a volte eccessivamente costose o sovradimensionate rispetto alle esigenze di un subacqueo di primo livello.
La responsabilità dell’Istruttore in questo caso è enorme, tutti noi ricordiamo quella figura che ci ha accompagnato la prima volta sott’acqua, avevamo in lui una fiducia smisurata, uno spirito di emulazione senza limiti.
Il minimo particolare nella sua vestizione veniva spiato, rubato con gli occhi ed alla prima occasione copiato, il coltello posizionato in una certa maniera, lo snorkel fissato in modo diverso dal “solito”, quei moschettoni così intriganti perchè conferivano un’aria da macho rotto a tutte le esperienze di esploratore e così via dicendo.
I nostri risparmi, molto spesso di nascosto dalla moglie, venivano gelosamente accantonati per l’acquisto di quell’oggetto che era indispensabile solo perchè lo aveva “LUI”, il nostro Dio nonché Istruttore.
Molti poi abbandonano, altri restano e percorrono altre vie, pochi diventano operatori subacquei professionisti, i restanti scelgono strade diverse: foto, speleo, archeo, esplorazioni, multimiscele….
Resta un problema, troppo spesso qualcuno si fa male e quando questo accade si scopre che è mancata la mano amorevole, che si è stati spinti sulle due ruote da soli troppo presto, è mancata la necessaria preparazione, è mancato il tempo fisiologico per affrontare senza traumi e pericoli il taglio del cordone ombelicale.

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