I CAMPI MINATI.

Quando li vedi sono tutti uguali e completamente diversi.

I CAMPI 1

I CAMPI 2

I CAMPI 3

I CAMPI 4

I CAMPI 5

I CAMPI 6

Uguali perchè trasudano pericolo, minacce nascoste, insidie ben celate dall’uomo con la complicità inconsapevole della natura.

Diversi perchè ogni teatro di guerra è differente da tutti gli altri, perchè l’uomo sceglie situazioni diverse per non renderle ovvie e pertanto facilmente identificabili ed in tal modo inoffensive.

Il deserto, la roccia brulla, il sottobosco, i pascoli, le zone umide e paludose, talvolta i corsi d’acqua poco profondi, la natura è sempre pronta ad offrire nascondiglio a quegli  ordigni che le menti malate di molti esseri umani disseminano per provocare terrore, mutilazioni e morte.

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L’erba le ricopre, gli arbusti le celano, la terra trasportata dalle piogge durante mesi ed anni provvede a ricoprirle maggiormente rendendole, se mai fosse possibile, ancora più perfide ed insidiose.

L’uomo le dissemina, l’uomo le distrugge.

Innumerevoli tipi, fogge completamente diverse, potenzialità distruttive che vanno dai pochi grammi di esplosivo in grado però di mutilare a quantità ben maggiori che hanno effetto letale anche a distanze ragguardevoli dal luogo dell’esplosione.

Tutte comunque messe lì per seminare innanzi tutto il terrore.

Chi poi è preposto alla bonifica delle aree infestate dalle mine deve sapere che mette in gioco la propria incolumità e di conseguenza ogni distrazione e leggerezza viene pagata.

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Molto, ma molto raramente con conseguenze di poco conto, molto più spesso se non quasi sempre con mutilazioni gravissime o con la morte.

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Kosovo, 12 anni dopo

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La mia “carriera” nell’ambito dello sminamento è iniziata là, in territorio Kosovaro, nel lontano 2000.

A fine corso per Dirigente B.C.M. (Bonifica Campi Minati), presso la Scuola Genio della Cecchignola, mi fu offerto di passare dalla teoria alla pratica andando in Kosovo, nelle fila di una O.N.G. italiana (Organizzazione Non Governativa) per un breve periodo di addestramento “sul campo”, accettai.

Da allora sono passati 12 anni e di esperienza ne ho acquisita in diversi Paesi, teatro di guerre più o meno dichiarate.

Come ho avuto modo di scrivere in un mio precedente articolo, la voglia di conoscenza è una spinta a cui non so resistere , quindi, dopo la frequenza del corso in Inghilterra, mi mancava il Top, la qualifica EOD IMAS NATO Level 4 (dove EOD sta per Explosive Ordnance Disposal, IMAS per International Mine Action Standards, NATO sta per North Atlantic Treaty Organization e Level 4 significa il Top delle qualifiche).

Dopo una accurata ricerca ho individuato in MAT Mondial, l’Organizzazione internazionale (Inglese) deputata al rilascio di una qualifica di tale importanza, previa frequenza di un corso di 6 settimane ed accertamento preventivo dei requisiti indispensabili.

Il giorno 5 Marzo 2012 ho fatto il mio ingresso in Kosovo, Nazione non più grande della provincia di Udine, forse anche più piccola, ma con un’enormità di problemi.

Per un errore di impostazione del navigatore ho attraversato il confine a Nord della città di Mitrovica, tristemente nota per le continue tensioni tra le due parti che vi convivono.

La tensione è palpabile, i serbi sfoggiano bandiere in ogni dove, con la scritta ”Questa è Serbia”, metà città è piena di auto con targa serba, poi un vuoto di targhe (le macchine viaggiano senza), l’altra metà con targa kosovara, non si vede l’ora di uscirne.

Arrivato a Pec, o Peja, o Peje, a seconda di chi lo pronuncia, l’impressione è che il tempo si sia fermato, non ho fatto fatica a riconoscere i posti che ho frequentato 12 anni fa, molti negozietti, ma sostanzialmente lo sviluppo urbano è rimasto quello di allora.

Dove c’era il Plotone Carabinieri della KFOR ora c’è la sede della Polizia locale, l’Hotel Dukagjini, già sede del Quartier Generale di KFOR, è tornato ad essere un Hotel, a dire il vero l’unico degno di questo nome.

Dove c’era il poligono serbo, sulla strada per Giacova, a pochi chilometri dal centro di Pec, ora sorge il “Villaggio Italia”, compound militare sede del Contingente KFOR.

Il territorio è ancora profondamente dilaniato, sia dalle tensioni etniche, sia dalla presenza di organizzazioni malavitose che non usano mezzi termini per il predominio dell’attività illegale, sia dalla presenza, ancora massiccia di ERW (Explosive Remnants of War), cioè ordigni di tutti i tipi, retaggio di quella guerra.

DSC02201L’area della “Nazione” kosovara è pesantemente inquinata da bombe d’aereo inesplose, sub – munizioni in grande quantità, inesplose ed interrate, mine di ogni tipo, trappole esplosive ancora perfettamente funzionanti.

Le montagne sono state pesantemente bombardate dagli aerei della NATO che hanno seminato migliaia di cluster bombs di cui circa il 30% è inesploso.

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Le statistiche ufficiali parlano di massimo il 5% ma se vi volete togliere la soddisfazione di sapere la verità, quella vera, andate a farvi un giro da quelle parti e parlate con gli sminatori che dalla fine della guerra continuano a trovare e distruggere BLU 97 E 775, oltre ad altre sub – munizioni.

Gli stanziamenti internazionali sono sempre meno ma l’attività prosegue, in montagna bisogna camminare perché le strade sono inesistenti, la boscaglia è fitta e le vipere tante e nervose!

La frequenza del Corso ti porta a confrontarti giornalmente con questa realtà, gli sminatori, molti di loro giovanissimi, uomini e donne, hanno iniziato subito dopo la fine della guerra, non ancora ventenni.

Da allora, giorno dopo giorno, stanno combattendo la loro guerra contro questa piaga che non gli consente di sfruttare appieno le risorse dei territori.

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Molti di loro hanno pagato a caro prezzo, pochi con la vita, altri con menomazioni evidenti che li hanno resi invalidi, ho visto anche chi continua a svolgere l’attività con un arto artificiale.

Purtroppo la crisi ha colpito duramente anche questo settore, nel giro di un quinquennio il salario del personale è praticamente dimezzato, ci si gioca la pelle per poco più di 300 € al mese e per 7 o massimo 8 mesi all’anno, perché l’inverno qui è lungo.

E’ la dura vita degli sminatori, ma qui ancora riescono a lavorare, in Bosnia su un totale di 4.000 uomini ne lavora circa il 5%, il salario da 6/700 € , mensili è sceso a meno della metà.

Ho passato il mio periodo cercando di approfittare al massimo di una realtà che ti consente di affinarti, di rispolverare qualche ricordo, di apprendere quello che ancora non conoscevi se non superficialmente.

L’approccio a missili e razzi inesplosi, a bombe con spolette dell’ultima generazione (multifunzione), a trappole esplosive tradizionale od improvvisate, tutto questo costituisce un bagaglio di conoscenza dal valore inestimabile.

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Bagaglio di cui non ci si deve sentire sazi od appagati, ma che deve essere continuamente mantenuto aggiornato, la tecnologia in questo campo non perdona e solo chi sta al passo con i tempi ha buone probabilità di poter poi raccontare le proprie vicissitudini.

Ho visto la foto di un collega, nel deserto, Iraq o Afghanistan poco importa, completamente nudo, cappello, occhiali ed un sacchetto di plastica alla cintola: stava approcciando una bella bomba d’aereo inesplosa di circa 500 kg, con sistema di rilevamento magnetico……

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Il Corso? Mi è costato sudore e sangue ed un mal di schiena di notevole entità (scarpinare per qualche centinaio di metri su per le montagne con un paio di sacchetti di sabbia sulla schiena non giova, specie ai giovincelli come me) ma sono orgoglioso di  me stesso e del mio certificato: EOD IMAS NATO LEVEL 4 Specialist.

IRAQ – IL PAESE DI ALI BABA -Parte prima

ATTENZIONE: CONTIENE IMMAGINI CRUENTE!

IL PAESE DI ALI BABA

(2014)

PREMESSA:

IRAQ ALI BABA - 1

La torre di Babele è, a mio avviso, l’emblema simbolo del Paese Iraq.

Diverse etnie, diverse interpretazioni religiose, pur della stessa natura, un unico popolo che parla la stessa lingua ma che si osteggia e si massacra quotidianamente, senza rispetto alcuno della vita umana, con episodi di ordinaria barbarie che vanno ben oltre un “odio normale”.

IRAQ ALI BABA - 2

IRAQ ALI BABA - 3La storia recente dell’Iraq fa cadere la responsabilità delle atrocità attuali sugli odi  che fanno contrapporre Sciiti a Sunniti dopo la caduta del regime di Saddam che ha governato il Paese da 1979 …..IRAQ ALI BABA - 4

 

….al 2003

 

IRAQ ALI BABA - 5

Le informazioni ufficiali parlano di quasi un milione di morti, Kurdi, Yezidi, Cristiani Assiro – Caldei, Sciiti per la repressione del Partito di Saddam, il Baath.

Quindi 1.000.000 di morti in 24 anni di dittatura, come viene comunemente definito il periodo di Saddam, il che significa circa 40.000 vittime all’anno.

Dalla caduta  di Saddam ad oggi, grazie alla DEMOCRAZIA importata in Iraq dagli Stati Uniti, il popolo iracheno vive felicemente  con una media di 1.000/2.000 morti al mese.

Ognuno può trarre le dovute conseguenze.

In ossequio al detto “Finchè c’è guerra c’è speranza”, grazie a questo continuo protrarsi di guerra civile, c’è una economia fiorente, internazionale, legata all’ “INDOTTO”.

Il Dio petrolio consente un flusso enorme e spesso sommerso di capitali: armi, tecnologie, ricostruzione, addestramento, bonifica di aree da riutilizzare per scopi vari.

Naturalmente in questo vorticoso flusso di denaro la fa da padrona la corruzione dilagante…..

ALI BABA 1Ali Baba (senza accenti), ne è l’emblema, solo che i ladroni non sono solo quaranta!

Il Paese vive, di conseguenza, in una grande c contraddizione, povertà..

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…..o sfarzo…..

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La Sanità è “notevole”, soprattutto nelle strutture private, dove il personale, il servizio e le strutture fanno la differenza….

 

BAGH HOSPITAL

 

 

ALI BABA 8…ambulatorio polivalente, pulizia eccezionale, infermiera diplomata ….

piena di “diplomazia”, nonostante il velo.

La vita in Iraq è regolata dal destino, gli attentati si susseguono, i morti ed i feriti sono la quotidianità, la gente è assuefatta, succube di una situazione che nessuno pensa di poter sanare.

Viaggiando per le strade ci si rende conto che il dispiegamento di forze di polizia ed esercito è assolutamente di facciata, mezzi (gran parte inefficienti e lasciati dalle truppe USA) e uomini messi in mostra per dimostrare che lo Stato vigila..

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Ma ognuno deve prendere le proprie precauzioni, per dormire sonni tranquilli….

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In compenso la vita scorre comunque quasi indifferente, chi se la sente può andare in centro a farsi un giro per negozi e mercati, tenendo però in debito conto il rischio di essere coinvolti in qualche esplosione di autobombe..

ALI BABA 14…pensavo che la mia fosse una taglia forte, ma vista la varietà dei menù ed il ritmo di alimentazione degli iracheni… piccolo breakfast….

ALI BABA 15…e pranzetti leggeri…

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Naturalmente si mangia anche tra le mura domestiche e se qualcuno è reputato una persona importante, oltre al take away….

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…si vede preparare delle delizie locali…..

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.deliziose carpe del Tigri, dal sapore intenso….

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..e dopo  una bella mangiata, o magari anche durante, una bella fumata di narghilè….

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..nel paradiso dei narghilè…

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ALI BABA 30…e un buon caffè….

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..il tutto preferibilmente durante il giorno, perché l’erogazione dell’energia elettrica, in Iraq, è piuttosto saltuaria, grosso modo qualche ora al giorno, la rete pubblica non è il meglio….

ALI BABA 33..ed i mezzi alternativi sono quanto di meglio la tecnologia possa offrire…

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Naturalmente c’è un fiorente commercio di gruppi elettrogeni super affidabili e potenti, milioni di dollari che scorrono nelle mani di imprenditori super ricchi!

 

CONTINUA………

GLI ESAMI NON FINISCONO MAI.

…e soprattutto non ci si deve riposare sugli allori.

 

In termini poi di conoscenza e professionalità legati al settore della bonifica del territorio da ERW (Explosive Remnants of War), e dello sminamento nulla è definitivo, la materia non è certo statica e non basta la letteratura disponibile, in quanto la tecnologia è, in questo caso purtroppo, in continuo divenire.

Le varie situazioni di crisi, belligeranza, guerra, sparse per il mondo lasciano dietro di loro una scia imponente di ordigni che affliggono le popolazioni causando, feriti, distruzione e morti.

Pertanto chi, come il sottoscritto, si occupa di questa “materia” ha il diritto/dovere di mantenersi costantemente aggiornato e cercare di arrivare al top dell’istruzione nel settore, compatibilmente con la possibilità di accedere a determinate informazioni sensibili normalmente disponibili solo per il personale in servizio attivo di determinate specialità.

Questo in particolar modo per l’Italia, il personale specializzato EOD ai vari livelli è esclusivamente addestrato presso la Scuola Genio della Cecchignola (Roma), Centro di eccellenza non solo nazionale, per capacità, professionalità, metodo di insegnamento e nozioni tecniche disponibili su tutto lo scibile in materia di esplosivi ed ordigni vari.

Chi non indossa più l’uniforme non ha chances, autodidattica ed esperienza sul campo, ma è evidente che in questo campo non si può andare, passatemi la frase, “a tastoni”,come facilmente intuibile, potrebbe essere letale.

La panoramica internazionale ci offre però valide alternative: le scuole per EOD nelle varie configurazioni, gestite da Organizzazioni “private” che hanno nel loro organigramma istruttori di tutto rispetto con svariati anni di esperienza nei vari teatri operativi internazionali e  nell’antiterrorismo, un  Quadro dirigente composto esclusivamente da addetti ai lavori e, soprattutto, il pieno appoggio delle Istituzioni del Paese dove risiedono.

Tale appoggio permette di svolgere i corsi nel modo più realistico possibile, con l’uso di esplosivo vero e UXOs (Unexploded Ordnances), non di plastica ma completamente reali,  ovviamente privi dell’esplosivo e delle spolette attive.

Ve lo immaginate come potrebbe essere possibile in Italia creare un Centro di Addestramento e formazione di personale EOD non in servizio con l’uso di esplosivi?

Pura fantascienza!

Così si va all’Estero, prevalentemente in UK o negli USA, si sborsano fior di quattrini ma si riceve una istruzione più che qualificata a secondo del livello richiesto e dell’esperienza pregressa.

La teoria si alterna alla pratica, le esercitazioni si svolgono in un teatro reale, il tempo meteorologico non è un problema, semplicemente non viene nemmeno preso in considerazione, l’unica limitazione è l’uso di detonatori elettrici in caso di temporali ma sotto la pioggia e nel fango si lavora, eccome se si lavora!

Alla fine il test è veramente selettivo e completo, barare non è ammesso e sarebbe semplicemente folle fingere un’esperienza che non si ha.

L’attestazione rilasciata è l’unica riconosciuta a livello NATO, se non si è in possesso di un IMAS EOD Level (da 1 a 4, che è il top) non si è nemmeno presi in considerazione nelle attività di bonifica/sminamento internazionali non militari.

Io ho frequentato un Corso in Inghilterra, a Chilmark, presso la scuola ISSEE, ho speso tre settimane della mia vita imparando cose che non sapevo, rinfrescando nozioni che già conoscevo, facendo quello che mai qui in Italia avrei potuto fare: costruire ed usare cariche cave, usare il Rocket Wrench per spolettare bombe di aereo, usare il Crackerbarrel per tranciare spolette, individuare Booby traps esplosive (seppur con carica ridotta ma sempre pericolose al punto da dover indossare il PPE).

Sono fiero del mio Level 3, l’ho conquistato con impegno e studiando anche 20 ore al giorno di cui 7 in aula o in campo d’addestramento e non vedo l’ora di poter frequentare il Corso per Level 4, in Kosovo, gestito comunque da una Organizzazione Inglese.

I costi? Sono tali da chiedersi perchè noi, come al solito, perdiamo opportunità pur avendo disponibili fior di Istruttori che nulla avrebbero da invidiare a quelli che ho conosciuto io.