IL METAL DETECTOR

IL METAL DETECTOR

 Negli ultimi anni la crisi economica già da tempo latente, ha colpito anche un settore che proprio non dovrebbe essere “spinto” in termini di produzione.

Produzione nello sminamento equivale al risultato di metri quadri bonificati, giornalmente, agli operatori si è chiesto sempre di più, talvolta sacrificando la sicurezza od il risultato alla soddisfazione  economica.

Personale più professionalmente preparato è stato spesso sostituito da operatori meno esperti ma dalle esigenze salariali più modeste.

La tecnologia ha spesso soppiantato l’uomo, gli animali, tra l’altro più disparati (cani delle razze più diverse, topi!!!!!!!!, forse anche qualche bel maialino…) hanno preso il posto degli sminatori più esperti ma sicuramente più costosi.

Li ho visti lavorare: gli uomini, le macchine, i cani, fortunatamente fino ad ora mi è stato risparmiato lo spettacolo dei topi.

L’uomo ha creato le macchine ed ha dominato gli animali, la tecnologia e lo studio mettono quotidianamente l’essere umano in grado di spostare i limiti precedenti più in avanti ma quello che mai potrà succedere è che l’uomo possa dare intelligenza ad una macchina o ad un animale.

Il più perfetto dei computer potrà effettuare calcoli complicatissimi in un tempo sempre minore con possibilità di errore praticamente a zero ma senza la mano umana che inserisce i dati e preme Enter…..

Gli animali, sottoposti ad un continuo  ed esasperato addestramento da istruttori più che qualificati, riescono ad esprimere doti di ricerca che possono anche stupire ma che tali non resterebbero se  l’animale non fosse in continuazione mantenuto “sotto pressione” ed in allenamento.

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ceia 2L’uomo ha l’intelligenza che lo pone al di sopra di ogni macchina ed animale, tuttavia nell’opera di sminamento la macchina, intesa come metal detector, diventa essenziale.

La differenza poi, a parità di strumento, la fa la sensibilità e professionalità dell’operatore.

Resta comunque la supremazia di una macchina rispetto all’altra, la ricerca premia, le Società statiche che riposano sugli allori sono destinate ad essere superate e surclassate da prodotti che vengono costantemente aggiornati, studiati, migliorati.

Fino a pochi anni fa gli strumenti che andavano per la maggiore non erano molti, considerati al top, venivano comunque in gran parte sponsorizzati dalla Nazione dove la Società produttrice risiedeva ed operava.

Con l’evolversi della ricerca in funzione dell’esigenza sempre più pressante della bonifica di aree minate che si scoprono sempre più estese e disseminate quasi ovunque nelle aree di quei continenti dove le guerre più o meno convenzionali ed “ufficiali” hanno disseminato morti e distruzioni, dove gli odii etnici e tribali provocano ancora spargimenti di sangue incontrollati ed incontrollabili, alcuni prodotti sono diventati obsoleti, solo i vecchi operatori sono rimasti affezionati a queste macchine, anche perchè è per loro difficile pensare di essere in grado di apprendere l’uso di strumenti che li spaventano solo perchè tecnologicamente molto più avanzati ma che di fatto sono impiegabili con una facilità estrema e con risultati a dir poco strabilianti.

Io ne ho provati molti, sicuramente tutti quelli che andavano od ancora vanno in certe aree per la maggiore, prodotti quasi tutti provenienti dall’estero, con una tradizione alle spalle, impiegati universalmente con risutati soddisfacenti.

Qualche anno fa, in occasione di una campagna di sminamento nel Libano del Sud, mi fu affidata una macchina italiana, TUTTA italiana, un metal detector dal nome intrigante: CEIA MIL D-1, prodotto ad Arezzo da una Società che da diversi decenni è leader nel settore della ricerca e produzione di tecnologie applicate all’elettromagnetismo, la C.E.I.A. appunto, acronimo che sta per Costruzioni Elettroniche Industriali Automatismi.

L’approccio fu subito soddisfacente, il feeling con la macchina immediato, il terreno del Libano del Sud fu un ottimo banco di prova, l’elevato grado di contaminazione metallica del terreno diede lo spunto per raffinare ulteriormente le già eccellenti capacità della macchina, l’utilizzo giornaliero diede risultati stupefacenti, al punto che gli stessi operatori delle Nazioni Unite preposti al controllo tecnico delle operazioni di sminamento ne furono entusiasti.

In brevissimo tempo fui in grado di acquisire una tale confidenza con il  “mio” MIL D-1 da affidargli la mia vita, ogni più piccolo segnale trasmessomi dallo strumento mi comunicava informazioni sempre diverse ma sempre preziose, nessun vuoto operativo, la macchina mi parlava io l’ascoltavo!

Sono entusiasta di questo strumento, l’evoluzione tecnica è in continuo divenire, la C.E.I.A. ha continuato la sua inarrestabile attività di ricerca ed ha prodotto strumenti sempre più sofisticati ed all’avanguardia: il MIL D- 1 DS, il CMD, un passo in avanti per la salvaguardia di chi, come il sottoscritto, spesso si confronta con le insidie di ordigni che la tecnologia della distruzione ha reso sempre più infidi e difficili da rilevare.

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