MOTOCICLISMO COL BOTTO.

Credo che tutti coloro i quali si sono avventurati per le strade a cavallo di un mezzo a motore a due ruote abbiano avuto la spiacevole esperienza di “assaggiare” l’asfalto.

Fortunatamente per i più la cosa si è risolta con danni ai mezzi, più o meno leggere escoriazioni, ematomi più o meno vasti.

Purtroppo non sempre si risolve così.

E’ ormai cronaca quotidiana, ma soprattutto cronaca di week end, quella che riporta di gravi se non gravissimi incidenti che vedono coinvolti motociclisti.

Nella stragrande maggioranza dei casi non li conosciamo ma a volte il “destino” colpisce anche persone a noi vicine.

Ho volutamente virgolettato la parola destino perchè in merito ho una mia personalissima opinione.

Io sono un fatalista, faccio un mestiere abbastanza pericoloso, ma sono convinto che in un foglio di calendario dell’anno X, del mese Y, del giorno Z c’è scritto il mio nome ed in quel momento ovunque io sarò, qualsiasi cosa io starò facendo la Nera Signora con la falce reciderà il filo della mia vita ed io non potrò nulla.

Questo per quanto riguarda l’atto finale della nostra vita: l’inevitabile capolinea.

In merito invece al cosiddetto “destino” che sarebbe responsabile di molte disgrazie che ci capitano e che ci lasciano il segno più o meno profondo ho una mia particolare convinzione.

Gli incidenti sul lavoro sono gran parte causati da errori umani, distrazioni, omissioni, gli aerei cascano al 98% per errore del pilota e per il restante 2% per cedimenti strutturali sempre imputabili a responsabilità umane, i subacquei hanno gravi incidenti per avere troppo osato o per non essere sufficientemente preparati al pari dei paracadutisti.

Chi guida un mezzo a motore a quattro e/o due ruote è soggetto agli stessi sbagli.

Tralasciando quello che può succedere in campo agonistico dove le spinte sono ben altre ed il desiderio di prevalere sugli avversari spinge ad andare oltre il limite, nel quotidiano troppo spesso andiamo oltre.

Voglia di scaricare tensione ed adrenalina, voglia di esibizionismo, ansia di dimostrare quanto si è bravi portano troppo spesso a sottovalutare se non adddirittura ad ignorare quelli che sono i  rischi e le incognite della strada.

La pista è il luogo, l’unico, dove tutte questi istinti possono essere scaricati con estrema sicurezza, non ci sono colonne da sorpassare, macchine che non ci vedono e ci vengono addosso, autisti ubriachi che passano lo stop senza nemmeno rallentare.

La strada NO!

La strada è ogni giorno che passa sempre più pericolosa, il numero delle vetture che circolano è in continuo aumento e di pari passo aumenta il numero degli autisti che hanno poca o nulla esperienza.

A mio avviso è preciso dovere dei motociclisti più anziani e/o di maggior carisma fare tutto il possibile affinchè le giovani leve che si affacciano al mondo delle due ruote non provino solo la voglia di competere in velocità o bravura sulla strada ma che vedano e prendano ad esempio persone che hanno dimostrato già suo tempo di essere “brave” ma che sanno andare per strada usando il cervello e non il solo acceleratore.

Esaltare le performances del mezzo è orgoglio del proprietario, esaltare le proprie capacita di guida è altrettanto normale e comprensibile, portare ad esempio i tempi fatti in pista è la strada giusta, esaltare chi guida come un pazzo magari in mezzo al traffico come fosse un superman è, a mio avviso, la cosa più stupida e pericolosa che si possa fare.

Quando ho iniziato ad andare sott’acqua ho fatto cose estreme mettendo a rischio la mia incolumità, da quando mi sono assunto la responsabilità di insegnare ad altri le ho sepolte tra i miei ricordi e se i giovani allievi mi chiedono se ho fatto qualcosa di “macho” rispondo sempre di no.

Per concludere, quando sento o leggo di motociclisti che cadono e si fanno veramente male senza perdere la vita faccio fatica ad imputare la cosa al DESTINO mi viene più facile pensare con amarezza che si potrebbe fare tutti qualcosa di più affinchè questa nostra passione ci portasse belle esperienze e che il “motociclismo col botto” piano piano sparisse per sempre.