PROTEZIONI SI – PROTEZIONI NO

La polemica è iniziata appena si è diffusa la notizia delle nuove norme che dovrebbero entrare in vigore e che riguardano l’abbigliamento tecnico che parer sarà reso obbligatorio per chi va in moto, specialmente per chi guida moto di grossa cilindrata.

Non voglio entrare nel merito della tipologia dell’abbigliamento tecnico e tantomeno sulla giustezza dell’obbligatorietà del provvedimento, mi limiterò esclusivamente, come mio costume, a fare delle personalissime considerazioni.

Premesso che chi viaggia su due ruote è decisamente esposto a rischi maggiori di chi invece sta comodamente seduto all’interno di un autoveicolo è da valutare quale importanza si deve o si vuole dare alla propria incolumità od addirittura alla propria vita.

Ogni motociclista pensa di essere il miglior pilota in circolazione, chi è destinato a cadere e sempre un altro, fino a prova contraria che, purtroppo, significa finire sull’asfalto.

Io penso che indossare adeguati indumenti protettivi sia più che utile doveroso e naturalmente bisogna fare il “sacrificio” di indossarli sempre, troppi motociclisti sono caduti a pochi metri dal garage di casa per un’incauta manovra di un automobilista sprovveduto o distratto, per una macchia di olio  o gasolio per terra, per un cane che sbuca all’improvviso, per un bambino che attraversa di corsa…..potrei citare ancora infiniti esempi.

Il problema è fondamentalmente di mentalità, di “comodita” ed anche, perchè no, finanziario.

La mentalità è quella radicata di generazioni di motociclisti che per anni hanno viaggiato a malapena con il casco e naturalmente un semplicissimo casco, non certo un integrale supertecnico, tra l’altro molto spesso neppure allacciato perchè, soprattutto in estate “dà fastidio”.

La comodità è quella che ci impone di salire in moto, motorino o scooter con maglietta, pantaloncini corti ed infradito, naturalmente senza guanti perchè le mani sudano….In periodi freddi, per i non molti motociclisti che usano la moto oltre l’estate, ci si spinge fino ad un giubbino che magari ha le protezioni.

Il lato finanziario è troppo spesso quello che ci fa dire che certe cose sono superflue.

Quando le cinture di sicurezza sono state rese obbligatorie la stragrande maggioranza degli automobilisti si era dichiarata contraria perchè inutili….

Ora veniamo a noi, al nostro caso specifico: casco integrale, paraschiena, guanti tecnici, abbigliamento tecnico, calzature tecniche, air bag, abbigliamento riscaldato.

Casco integrale: io uso un integrale, uno pseudo integrale con mentoniera staccabile ed  un jet e se devo essere onesto mi sento tranquillo solo quando indosso l’integrale, indubbiamente il modulare od il jet sono più ventilati e quindi in periodo estivo più “confortevoli”.

Inoltre per avere una certa tranquillità bisogna che il casco sia affidabile e di conseguenza deve avere un prezzo pari alla qualità.

Troppo spesso si vedono caschi da poche decine di euro esposti anche nell’ambito di prestigiosi avvenimenti fieristici, ma la cosa grave non è che li espongano bensì che molti li comprino, perchè è obbligatorio e quindi basta uno qualsiasi…da non spendere molto…

Paraschiena: a quanto si vede l’uso di questo accessorio è abbastanza diffuso, per fortuna, il costo non è eccessivo e dà una sensazione di sicurezza.

Io ritengo che sia di fatto una protezione efficace per prevenire lesioni alla schiena, magari non dai poteri taumaturgici ma averla o non averla può fare la differenza.

Guanti tecnici: chiunque abbia avuto la spiacevole esperienza di scivolare con la moto sa benissimo quanto possano essere dolorose, senza per questo essere gravi, le abrasioni che ci si procura grattando l’asfalto, un bel paio di guanti tecnici può essere di valido aiuto nel non dover poi andare a cercare con la pinzetta i grani di asfalto che si sono conficcati nella carne.

Abbigliamento tecnico: d’inverno abbiamo già detto che è magari più facile indossare qualcosa che abbia una parvenza di protezione ma d’estate casca l’asino, fa caldo, c’è afa, figuriamoci se abbiamo voglia di indossare giubbino e pantaloni con in aggiunta le protezioni!

Molto meglio pantaloni leggeri, camicetta e casco….

Vale sempre quanto detto circa l’uso delle pinzette.

Calzature tecniche: qui non vorrei spendere molte parole, avere le caviglie ben protette significa risparmiarsi lunghe, dolorose e costose sedute dal fisioterapista.

Ora tocchiamo due articoli che vengono a torto od a ragione ritenuti di nicchia e, dai più, superflui più di ogni altro capo di cui abbiamo dissertato precedentemente.

Sono di recente introduzione sul mercato ed incontrano lo scetticismo di molti, in particolare di coloro che la moto la usano o per andare al lavoro con brevi tragitti quotidiani e magari urbani oppure di coloro che la moto la usano solo nel periodo estivo e senza lunghe percorrenze.

Parliamo di air bag e di abbigliamento riscaldato.

Io ho una percorrenza media annuale di oltre 30.000 km, viaggio in qualsiasi stagione e se programmo un viaggio invernale mi organizzo per non soffrire o quanto meno per soffrire il meno possibile.

In previsione di questo ho acquistato diversi capi di abbigliamento della Klan e devo dire che svolgono egregiamente il loro compito.

Quando avete indossato dai guanti ai calzini riscaldati vi garantisco che l’inverno vi farà meno paura ed i km che macinerete non vi peseranno come prima.

Una semplice connessione alla batteria della moto, in emergenza una batteria ad hoc per i capi Klan ed un confortevolissimo tepore vi accompagnerà per tutto il viaggio indipendentemente dalla temperatura esterna.

Cadere con le membra completamente intirizzite è molto ma molto più pericoloso che cadere con il corpo caldo ed i muscoli non atrofizzati dal freddo.

Che i riflessi, tra l’altro, vengano rallentati dal freddo è cosa risaputa e se date un’occhiata alla tabella che ho trovato su Internet capirete quanto sia importante per noi motociclisti proteggerci dal freddo.

Ho lasciato per ultimo l’air bag perchè è il capo che più sta suscitando opinioni contrarie, eccessivo per un motociclista di tutti i giorni? Scomodo?  Ingombrante? Costoso? Adatto solo per chi fa agonismo?

Tutti noi quando acquistiamo una vettura ci assicuriamo che abbia l’aria condizionata e più air bag possibili, anteriori, laterali….perchè non dovrebbe essere altrettanto utile avere qualcosa di simile addosso che ci protegga in una eventuale caduta?

Se abbiamo riconosciuto l’estrema utilità del paraschiena perchè non dovremmo ammettere che l’air bag è molto più efficace?

Ormai è stato adottato anche dai professionisti che svolgono attività agonistica e questo è un chiaro segnale dell’utilità del sistema, non credo che un campione del mondo di Moto GP si carichi addosso un qualcosa che potrebbe limitarlo nelle sue prestazioni…

Anche in questo caso ci possono essere articoli diversi, con caratteristiche diverse e con prezzi diversi, certamente ognuno farà le proprie valutazioni,  io ho acquistato quello che più mi ha dato l’impressione di completezza nel proteggermi: Collo, schiena, coccige, costole.

Ho voluto provarlo e sono andato dal rivenditore, la Helite Italia, approfittando della bella giornata ho anche fatto un bel giro in moto sulle sponde del Lago Maggiore guardando la Svizzera, indossato il giubbino che più mi si attagliava ho provato lo strappo ed il gonfiaggio, beh….vi garantisco che la sensazione è stata veramente esaltante, come essere fasciati in un bozzolo.

A questo punto torniamo al motivo iniziale del contendere: tutto questo bagaglio di articoli deve essere imposto come obbligatorio dalla Legge?

Certo che no, sempre a mio modestissimo e personalissimo parere.

Per alcuni articoli sono favorevole all’imposizione, vedasi casco integrale, paraschiena e protezioni, sono quegli articoli che possono fare la differenza tra un morto, un para/tetraplegico ed un ferito più o meno lieve.

Per il restante vale il giudizio di ognuno, se quando vado in bicicletta metto il casco, se quando vado in montagna a fare sci impegnativo mi porto appresso il segnalatore in caso di valanghe, se quando mi compro il paracadute voglio il più affidabile, se quando mi immergo pretendo di avere attrezzatura di prim’ordine ed affidabile, allora tutti quegli articoli diventeranno utili e magari indispensabili, se invece la mia incolumità non mi sta a cuore perchè sono talmente bravo, esperto e fortunato che non cadrò mai e che nessuno mi verrà mai addosso allora risparmiamo tutti questi soldini spesi in accessori inutili e costosi.

Un pensiero per la meditazione: noi motociclisti dovremmo ogni tanto fare un giro in quegli ospedali dove sono in trattamento i politraumatizzati da incidenti motociclistici…..

PROTEZIONI

 

 

 

 

 

 

 

GLI ESAMI NON FINISCONO MAI.

…e soprattutto non ci si deve riposare sugli allori.

 

In termini poi di conoscenza e professionalità legati al settore della bonifica del territorio da ERW (Explosive Remnants of War), e dello sminamento nulla è definitivo, la materia non è certo statica e non basta la letteratura disponibile, in quanto la tecnologia è, in questo caso purtroppo, in continuo divenire.

Le varie situazioni di crisi, belligeranza, guerra, sparse per il mondo lasciano dietro di loro una scia imponente di ordigni che affliggono le popolazioni causando, feriti, distruzione e morti.

Pertanto chi, come il sottoscritto, si occupa di questa “materia” ha il diritto/dovere di mantenersi costantemente aggiornato e cercare di arrivare al top dell’istruzione nel settore, compatibilmente con la possibilità di accedere a determinate informazioni sensibili normalmente disponibili solo per il personale in servizio attivo di determinate specialità.

Questo in particolar modo per l’Italia, il personale specializzato EOD ai vari livelli è esclusivamente addestrato presso la Scuola Genio della Cecchignola (Roma), Centro di eccellenza non solo nazionale, per capacità, professionalità, metodo di insegnamento e nozioni tecniche disponibili su tutto lo scibile in materia di esplosivi ed ordigni vari.

Chi non indossa più l’uniforme non ha chances, autodidattica ed esperienza sul campo, ma è evidente che in questo campo non si può andare, passatemi la frase, “a tastoni”,come facilmente intuibile, potrebbe essere letale.

La panoramica internazionale ci offre però valide alternative: le scuole per EOD nelle varie configurazioni, gestite da Organizzazioni “private” che hanno nel loro organigramma istruttori di tutto rispetto con svariati anni di esperienza nei vari teatri operativi internazionali e  nell’antiterrorismo, un  Quadro dirigente composto esclusivamente da addetti ai lavori e, soprattutto, il pieno appoggio delle Istituzioni del Paese dove risiedono.

Tale appoggio permette di svolgere i corsi nel modo più realistico possibile, con l’uso di esplosivo vero e UXOs (Unexploded Ordnances), non di plastica ma completamente reali,  ovviamente privi dell’esplosivo e delle spolette attive.

Ve lo immaginate come potrebbe essere possibile in Italia creare un Centro di Addestramento e formazione di personale EOD non in servizio con l’uso di esplosivi?

Pura fantascienza!

Così si va all’Estero, prevalentemente in UK o negli USA, si sborsano fior di quattrini ma si riceve una istruzione più che qualificata a secondo del livello richiesto e dell’esperienza pregressa.

La teoria si alterna alla pratica, le esercitazioni si svolgono in un teatro reale, il tempo meteorologico non è un problema, semplicemente non viene nemmeno preso in considerazione, l’unica limitazione è l’uso di detonatori elettrici in caso di temporali ma sotto la pioggia e nel fango si lavora, eccome se si lavora!

Alla fine il test è veramente selettivo e completo, barare non è ammesso e sarebbe semplicemente folle fingere un’esperienza che non si ha.

L’attestazione rilasciata è l’unica riconosciuta a livello NATO, se non si è in possesso di un IMAS EOD Level (da 1 a 4, che è il top) non si è nemmeno presi in considerazione nelle attività di bonifica/sminamento internazionali non militari.

Io ho frequentato un Corso in Inghilterra, a Chilmark, presso la scuola ISSEE, ho speso tre settimane della mia vita imparando cose che non sapevo, rinfrescando nozioni che già conoscevo, facendo quello che mai qui in Italia avrei potuto fare: costruire ed usare cariche cave, usare il Rocket Wrench per spolettare bombe di aereo, usare il Crackerbarrel per tranciare spolette, individuare Booby traps esplosive (seppur con carica ridotta ma sempre pericolose al punto da dover indossare il PPE).

Sono fiero del mio Level 3, l’ho conquistato con impegno e studiando anche 20 ore al giorno di cui 7 in aula o in campo d’addestramento e non vedo l’ora di poter frequentare il Corso per Level 4, in Kosovo, gestito comunque da una Organizzazione Inglese.

I costi? Sono tali da chiedersi perchè noi, come al solito, perdiamo opportunità pur avendo disponibili fior di Istruttori che nulla avrebbero da invidiare a quelli che ho conosciuto io.

 

KYRGHYSTAN – HO FINITO!

ANCHE QUESTA ESPERIENZA SI E’ CONCLUSA ED E’ ORMAI ORA DI TIRARE LE SOMME.

NON VOGLIO DISCUTERE DI LAVORO, QUELLO MI APPARTIENE E NON VOGLIO E NON POSSO PARLARNE.

VOGLIO INVECE FARE UN RIESAME DEI DUE MESI DI VITA SPESI QUI IN KYRGHYSTAN, KYRGYSTAN, KIRGYZTAN….SI PUO’ SCRIVERE IN DIVERSI MODI MA SEMPRE DI QUESTA NAZIONE SI TRATTA.

FARE UNA VALUTAZIONE PROFONDA NON E’ POSSIBILE, TROPPO POCO IL TEMPO SPESO IN QUESTO, PERALTRO BELLISSIMO PAESE, PER CONOSCERNE A FONDO I PROBLEMI, INOLTRE LA SITUAZIONE DI PRECARIETA’ E DI TENSIONE POSSONO ALTERARE IL GIUDIZIO DI CHI COME ME E’ COINVOLTO PROFESSIONALMENTE.

LA PARTE MERIDIONALE, QUELLA DOVE IO HO PASSATO I DUE MESI DI MISSIONE E’ PROFONDAMENTE DIVERSA DA QUELLA SETTENTRIONALE, USI E COSTUMI DIVERSI, STILI DI VITA MOLTO LONTANI L’UNO DALL’ALTRO, POPOLAZIONE ABITUATA AD ALTRO.

QUI, NELL’AREA DELLE PROVINCIE DI OSH, BATKEN E JALALABAD, CI SONO I MAGGIORI PROBLEMI DI COESISTENZA ETNICA, KYRGYZI ED UZBEKY SI CONFRONTANO QUOTIDIANAMENTE, GLI UNI TENTANO DI CACCIARE GLI ALTRI ED ENTRAMBE LE ETNIE VANTANO DIRITTI.

LA CRONACA HA RIPORTATO ABBONDANTEMENTE, MA NON CERTO IN ITALIA, L’ESITO DI QUESTO CONTINUO CONFRONTARSI.

NON E’ CERTO FINITA, LA CORRUZIONE E’ IMPERANTE, GLI UOMINI DI POTERE SI SUCCEDONO A VOLTE VERTIGINOSAMENTE IN TERMINI TEMPORALI, A SECONDA DI CHI E’ IL LORO REFERENTE POLITICO, L’INFLUENZA RUSSA SI FA SENTIRE MA SICURAMENTE ANCHE QUELLA AMERICANA CON I SUOI GROSSI INTERESSI NEL MANTENERE LA GRANDE BASE LOGISTICA.

LE ELZIONI PARLAMENTARI  CHE DOVREBBERO ESSERE LA MASSIMA MANIFESTAZIONE DI DEMOCRAZIA QUI SONO VISTE COME UN TRAGUARDO TEMUTO E PERICOLOSO, L’INSTABILITA’ E’ TALMENTE EVIDENTE CHE TUTTI PENSANO CHE POTREBBE SUCCEDERE DI TUTTO.

NEL 2005 PIU’ DI QUALCHE ESPONENTE DEL GOVERNO HA PERSO LA VITA, SI SPERA CHE NON SI RIPETA QUEST’ANNO.

A TUTT’OGGI SI SONO VERIFICATI CASI DI VIOLENZA MA NIENTE DI PIU’ CHE QUALCHE SCONTRO FISICO.

PENSARE CHE QUESTA NAZIONE AVREBBE DI CHE PENSARE SENZA CREARSI ULTERIORI PROBLEMI DI SCONTRI ETNICI, VENGONO REGISTRATI ANNUALMENTE 6.000 (DISCONSI SEIMILA) TERREMOTI ALL’ANNO!!!

LA MAGGIOR PARTE DI QUESTI SONO SOLO REGISTRATI DAI SISMOGRAFO E NON AVVERTITI DALLA POPOLAZIONE MA A VOLTE LA NATURA SI SCATENA ED I RISULTATI SONO CATASTROFICI.

 

IL PRIMO AMORE NON SI SCORDA MAI

…..ma normalmente si sposa un’altra persona.

CEIA 1

CEIA 2Parlando di Metal Detectors ne ho provati tanti ma mi sono innamorato di uno solo, il C.E.I.A. MIL D1, pensavo che sarebbe stato lo strumento della mia vita, gli sono stato fedele, profondamente innamorato, ci siamo compenetrati profondamente, compresi con semplici accenni, ogni pur lieve mutamento aveva un significato per entrambi.

Poi è apparso all’orizzonte il CMD, fisico più snello, look più accattivante, meno sinuoso ma più deciso, le linee più aggressive.

Si ripiega su stesso, più volte fino a diventare una cosina minuta e piacevole da trasportare ma mantiene sempre un’aria estremamente professionale e sprizza efficienza.

La borsa di trasporto è semplice e completa, tutti gli accessori trovano posto in modo logico ed efficace, in poche parole è bello!

CEIA 3

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CEIA 7

Oltre che bello però è anche estremamente efficace, l’operatività dello strumento non è seconda al MIL D1, anzi….ha qualche numero in più, riusciamo ad usarlo anche come hand held metal detector in caso di necessità, la possibilità di ripiegarlo e di accorciare il gambo porta testa di ricerca ne fa uno strumento di estrema versatilità, affidabilità facilità di trasporto ed impiego.

L’ho usato in una missione all’estero, mi si è presentata la necessità del controllo delle persone all’ingresso del compound  e l’ho usato, ho insegnato al personale di vigilanza come impiegarlo ed hanno imparato subito.

CEIA 8

CEIA 9

Ho anche ricevuto alcune segnalazioni sulla possibilità dell’esistenza di aree minate, quale miglior occasione, non avevo con il CMD il feeling che mi legava al MIL D1, ero leggermente esitante, le mine sono mine e non patate, pochi passaggi sull’area sospetta ed il gioco è stato fatto, semplicemente PERFETTO!

CEIA 10

 

CEIA 11

Non sono facile agli entusiasmi, soprattutto quando si parla dell’attività di sminamento, troppi personaggi ambigui in circolazione diffondono e decantano strumenti che non danno all’operatore alcuna certezza, ma questo strumento è decisamente il top, mi ha conquistato e mi ha dimostrato con i fatti tutte le sue capacità e le sue doti….mi dispiace mio primo amore, non ti scorderò mai ma il CMD ti ha superato.