I CAMPI MINATI.

Quando li vedi sono tutti uguali e completamente diversi.

I CAMPI 1

I CAMPI 2

I CAMPI 3

I CAMPI 4

I CAMPI 5

I CAMPI 6

Uguali perchè trasudano pericolo, minacce nascoste, insidie ben celate dall’uomo con la complicità inconsapevole della natura.

Diversi perchè ogni teatro di guerra è differente da tutti gli altri, perchè l’uomo sceglie situazioni diverse per non renderle ovvie e pertanto facilmente identificabili ed in tal modo inoffensive.

Il deserto, la roccia brulla, il sottobosco, i pascoli, le zone umide e paludose, talvolta i corsi d’acqua poco profondi, la natura è sempre pronta ad offrire nascondiglio a quegli  ordigni che le menti malate di molti esseri umani disseminano per provocare terrore, mutilazioni e morte.

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L’erba le ricopre, gli arbusti le celano, la terra trasportata dalle piogge durante mesi ed anni provvede a ricoprirle maggiormente rendendole, se mai fosse possibile, ancora più perfide ed insidiose.

L’uomo le dissemina, l’uomo le distrugge.

Innumerevoli tipi, fogge completamente diverse, potenzialità distruttive che vanno dai pochi grammi di esplosivo in grado però di mutilare a quantità ben maggiori che hanno effetto letale anche a distanze ragguardevoli dal luogo dell’esplosione.

Tutte comunque messe lì per seminare innanzi tutto il terrore.

Chi poi è preposto alla bonifica delle aree infestate dalle mine deve sapere che mette in gioco la propria incolumità e di conseguenza ogni distrazione e leggerezza viene pagata.

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Molto, ma molto raramente con conseguenze di poco conto, molto più spesso se non quasi sempre con mutilazioni gravissime o con la morte.

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NATIONAL ASSOCIATION SCUBA DIVING SCHOOL

LA DIDATTICA: N.A.S.D.S

 

Nasds logo

 

Ho già scritto del fatto che la stragrande maggioranza degli aspiranti subacquei ricreativi sceglie una Didattica piuttosto di un’altra per effetto trascinamento e non per aver effettuato una ricerca approfondita su quanto proposto dalle varie Agenzie.

Grande peso sulla decisione finale è determinato da almeno due fattori: durata del corso, impegno in termini di tempo per ottenere il brevetto ed il costo.

Certamente l’amico soddisfatto del Corso che ha frequentato, entusiasta del viaggio in Mar Rosso ed orgoglioso del video che immortala la prima esperienza da conquistatore degli abissi giocherà un grande ruolo nella scelta.

Questa premessa è necessaria la fine di inquadrare bene lo scenario della moderna attività subacquea.

Alcuni giorni fa mi trovavo negli uffici dell’amico Carlo, noto ed apprezzato imprenditore che fornisce attrezzature subacquee in Italia ed all’estero, in attesa che si liberasse da una telefonata sfogliavo una rivista del settore, bene, a parte le inserzioni pubblicitarie dei materiali, ho contato una marea di sigle di Agenzie che si occupano di Istruzione subacquea, Didattiche dagli acronimi a me in parte sconosciuti, ma sicuramente altrettanto valide di quelle che invece io conosco.

La cosa mi ha lasciato un pochino sconcertato, una veloce ricerca peraltro non particolarmente approfondita mi ha portato a contare una trentina di Didattiche differenti.

A questo punto una riflessione si impone.

Stando ai pareri di persone molto qualificate operanti nel settore della subacquea ricreativa e professionale in qualità di imprenditori e/o tecnici la situazione non è delle più rosee.

La subacquea, dopo una crescita esponenziale negli anni 90 ed inizi del 2000 ha subito un fortissimo rallentamento, le vendite sono calate ed i profitti di conseguenza.

Quello che prima era un business abbastanza redditizio ora si è ridotto di parecchio e chi ancora fa numeri discreti deve impegnarsi molto ma molto di più rispetto al passato.

Non sono un analista economico e quindi mi guarderò bene dal fare un esame tecnico per trarre delle conclusioni, mi affido esclusivamente alle parole ed esperienza di chi quotidianamente opera nel settore da anni.

Se ritorniamo indietro di qualche decennio ci rendiamo conto che la percentuale dei  subacquei che frequentavano un corso e poi continuavano nella pratica di questo sport era molto elevata.

Si era sottoposti ad un iter teorico – pratico  che forniva agli aspiranti sub una preparazione adeguata al livello di brevetto cui aspiravano, chi non era convinto abbandonava in questa fase.

Sia ben chiaro, mi riferisco ad addestramenti normalissimi, senza richieste di prestazioni eccezionali, semplici lezioni teoriche cui seguiva un accertamento finale e semplici lezioni pratiche in acqua, piscina o mare aperto, durante le quali si doveva raggiungere un sufficiente grado di acquaticità e gestione dell’attrezzatura sott’acqua.

Nessuna prestazione da superman, nessuna nozione da tesi universitaria.

Tutto questo iter presupponeva e presuppone tutt’ora un periodo di tempo sufficiente per apprendere le nozioni insegnate e per imparare ad eseguire gli esercizi indispensabili per il conseguimento di un brevetto di base.

Pare che oggi i tempi dei corsi si siano inspiegabilmente ristretti, che il costo dei corsi si sia ridotto considerevolmente  a volte sono addirittura proposti corsi gratuiti.

A questo punto una domanda sorge spontanea: perchè se le Didattiche sono aumentate, i Corsi costano e durano molto meno di una volta il settore della subacquea ricreativa è in crisi???

Noi della National Association Scuba Diving School abbiamo mantenuto Standards, tempi e costi adeguati ai tempi, pretendiamo che gli Allievi raggiungano un grado di preparazione tale da consentire loro di andare sott’acqua in totale sicurezza.

N.A.S.D.S. ITALY PRESIDENT

I nostri Istruttori diventano tali dopo una “gavetta” lunga e particolarmente seguita dai Trainers e poi valutati direttamente dal Presidente di N.A.S.D.S. Italia, Furio Tabacco, che si sposta da un capo all’alto della Penisola per garantire con la sua personale presenza in acqua la serietà della valutazione.

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Noi abbiamo risentito della crisi in termine di richiesta di effettuazione corsi, abbiamo perso diversi aspiranti sub perchè le nostre tempistiche ed nostri standards non coincidevano con l’idea che queste persone avevano di un corso sub ma in compenso abbiamo la grande soddisfazione che la quasi totalità dei nostri brevettati restano con noi e proseguono nell’iter didattico per arrivare ad altri livelli e soprattutto nessuno, sottolineo nessuno, si è mai fatto male nè durante la parte dell’insegnamento nè dopo.

 

FRIULI – NORVEGIA – PORTOGALLO – FRIULI!

PREPARIAMOCI PER IL GIRETTO

(04/07/2016)

Come sempre, in previsione di una partenza per un tour di diversi km, è indispensabile una accurata preparazione “logistica”, calcolo dell’itinerario, calcolo dei tempi di percorrenza, controllo del mezzo e del materiale indispensabile: sacco a pelo, tenda, abbigliamento, etc etc..

Prima di ogni altra cosa è necessario decidere l’itinerario, la strada sarà lunga, probabilmente impegnativa nei tratti norvegesi, costeggiando i fiordi.

Quindi mano alle vecchie, care ed insostituibili cartine geografiche!

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Ne servono diverse, Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia per l’andata ed, oltre a queste, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Francia, Spagna e Portogallo per il ritorno.

Devo iniziare a preparare anche tutto l’equipaggiamento: antipioggia (Tucano, comprato nuovo per l’esigenza), copristivaletti impermeabili, completo invernale tecnico (ho già vissuto il freddo del Nord quando sono andato a Capo Nord, non è piacevole…), borsoni, attrezzature varie …

Bene, piano piano ci prepariamo, passerò dal freddo del Nord al caldo del sud del Portogallo, quindi attrezzature e vestiario ridondanti.

Prenotato solo il “rorbu” a SVOLVAER, per tre giorni, per il resto… all’avventura!

Per conoscenza, nemmeno io sapevo cosa fosse il RORBU, la tipica casetta dei pescatori norvegesi.

 

Kosovo, 12 anni dopo

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La mia “carriera” nell’ambito dello sminamento è iniziata là, in territorio Kosovaro, nel lontano 2000.

A fine corso per Dirigente B.C.M. (Bonifica Campi Minati), presso la Scuola Genio della Cecchignola, mi fu offerto di passare dalla teoria alla pratica andando in Kosovo, nelle fila di una O.N.G. italiana (Organizzazione Non Governativa) per un breve periodo di addestramento “sul campo”, accettai.

Da allora sono passati 12 anni e di esperienza ne ho acquisita in diversi Paesi, teatro di guerre più o meno dichiarate.

Come ho avuto modo di scrivere in un mio precedente articolo, la voglia di conoscenza è una spinta a cui non so resistere , quindi, dopo la frequenza del corso in Inghilterra, mi mancava il Top, la qualifica EOD IMAS NATO Level 4 (dove EOD sta per Explosive Ordnance Disposal, IMAS per International Mine Action Standards, NATO sta per North Atlantic Treaty Organization e Level 4 significa il Top delle qualifiche).

Dopo una accurata ricerca ho individuato in MAT Mondial, l’Organizzazione internazionale (Inglese) deputata al rilascio di una qualifica di tale importanza, previa frequenza di un corso di 6 settimane ed accertamento preventivo dei requisiti indispensabili.

Il giorno 5 Marzo 2012 ho fatto il mio ingresso in Kosovo, Nazione non più grande della provincia di Udine, forse anche più piccola, ma con un’enormità di problemi.

Per un errore di impostazione del navigatore ho attraversato il confine a Nord della città di Mitrovica, tristemente nota per le continue tensioni tra le due parti che vi convivono.

La tensione è palpabile, i serbi sfoggiano bandiere in ogni dove, con la scritta ”Questa è Serbia”, metà città è piena di auto con targa serba, poi un vuoto di targhe (le macchine viaggiano senza), l’altra metà con targa kosovara, non si vede l’ora di uscirne.

Arrivato a Pec, o Peja, o Peje, a seconda di chi lo pronuncia, l’impressione è che il tempo si sia fermato, non ho fatto fatica a riconoscere i posti che ho frequentato 12 anni fa, molti negozietti, ma sostanzialmente lo sviluppo urbano è rimasto quello di allora.

Dove c’era il Plotone Carabinieri della KFOR ora c’è la sede della Polizia locale, l’Hotel Dukagjini, già sede del Quartier Generale di KFOR, è tornato ad essere un Hotel, a dire il vero l’unico degno di questo nome.

Dove c’era il poligono serbo, sulla strada per Giacova, a pochi chilometri dal centro di Pec, ora sorge il “Villaggio Italia”, compound militare sede del Contingente KFOR.

Il territorio è ancora profondamente dilaniato, sia dalle tensioni etniche, sia dalla presenza di organizzazioni malavitose che non usano mezzi termini per il predominio dell’attività illegale, sia dalla presenza, ancora massiccia di ERW (Explosive Remnants of War), cioè ordigni di tutti i tipi, retaggio di quella guerra.

DSC02201L’area della “Nazione” kosovara è pesantemente inquinata da bombe d’aereo inesplose, sub – munizioni in grande quantità, inesplose ed interrate, mine di ogni tipo, trappole esplosive ancora perfettamente funzionanti.

Le montagne sono state pesantemente bombardate dagli aerei della NATO che hanno seminato migliaia di cluster bombs di cui circa il 30% è inesploso.

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Le statistiche ufficiali parlano di massimo il 5% ma se vi volete togliere la soddisfazione di sapere la verità, quella vera, andate a farvi un giro da quelle parti e parlate con gli sminatori che dalla fine della guerra continuano a trovare e distruggere BLU 97 E 775, oltre ad altre sub – munizioni.

Gli stanziamenti internazionali sono sempre meno ma l’attività prosegue, in montagna bisogna camminare perché le strade sono inesistenti, la boscaglia è fitta e le vipere tante e nervose!

La frequenza del Corso ti porta a confrontarti giornalmente con questa realtà, gli sminatori, molti di loro giovanissimi, uomini e donne, hanno iniziato subito dopo la fine della guerra, non ancora ventenni.

Da allora, giorno dopo giorno, stanno combattendo la loro guerra contro questa piaga che non gli consente di sfruttare appieno le risorse dei territori.

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Molti di loro hanno pagato a caro prezzo, pochi con la vita, altri con menomazioni evidenti che li hanno resi invalidi, ho visto anche chi continua a svolgere l’attività con un arto artificiale.

Purtroppo la crisi ha colpito duramente anche questo settore, nel giro di un quinquennio il salario del personale è praticamente dimezzato, ci si gioca la pelle per poco più di 300 € al mese e per 7 o massimo 8 mesi all’anno, perché l’inverno qui è lungo.

E’ la dura vita degli sminatori, ma qui ancora riescono a lavorare, in Bosnia su un totale di 4.000 uomini ne lavora circa il 5%, il salario da 6/700 € , mensili è sceso a meno della metà.

Ho passato il mio periodo cercando di approfittare al massimo di una realtà che ti consente di affinarti, di rispolverare qualche ricordo, di apprendere quello che ancora non conoscevi se non superficialmente.

L’approccio a missili e razzi inesplosi, a bombe con spolette dell’ultima generazione (multifunzione), a trappole esplosive tradizionale od improvvisate, tutto questo costituisce un bagaglio di conoscenza dal valore inestimabile.

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Bagaglio di cui non ci si deve sentire sazi od appagati, ma che deve essere continuamente mantenuto aggiornato, la tecnologia in questo campo non perdona e solo chi sta al passo con i tempi ha buone probabilità di poter poi raccontare le proprie vicissitudini.

Ho visto la foto di un collega, nel deserto, Iraq o Afghanistan poco importa, completamente nudo, cappello, occhiali ed un sacchetto di plastica alla cintola: stava approcciando una bella bomba d’aereo inesplosa di circa 500 kg, con sistema di rilevamento magnetico……

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Il Corso? Mi è costato sudore e sangue ed un mal di schiena di notevole entità (scarpinare per qualche centinaio di metri su per le montagne con un paio di sacchetti di sabbia sulla schiena non giova, specie ai giovincelli come me) ma sono orgoglioso di  me stesso e del mio certificato: EOD IMAS NATO LEVEL 4 Specialist.